Piedi

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Effetti collaterali alla notizia di trasferimento

giovedì 22 settembre 2016

Aggiornamenti
(seri, faceti e…felini)

Che poi i mesi son volati, alcuni hanno avuto giorni che li ho contati uno ad uno. Ci è mancato poco che li depennassi sul calendario altri invece sono scivolati come il gatto quando vuoi acchiapparlo ma lui non è d’accordo e ti rimane tra le dita solo qualche ciuffo di pelo della coda. 
Il paragone col felino mi è venuto spontaneo perché da qualche settimana oltre a lei abbiamo anche un lui. La Cina fa scherzi balordi, come sempre è colpa dell’inquinamento se non ragiono. Certo di tutto avevamo bisogno, chessò del parmigiano che sta per finire ed ogni volta che ne taglio un pezzo è come se mi portassi via un pezzo di braccio, della crema al cioccolato valsoia per il figlio medio allergico alle cose semplici della vita e quindi anche al latte, della crema antirughe che l’ho dimenticata in Italia e se tra qualche giorno me ne spunta una nuova giuro che prendo l’aereo e voilà mi materializzo come Endora (la suocera di “Vita da strega” per chi avesse perso questa esilarante serie in gioventù).
Eravamo al felino, dunque ci ritorno, si chiama Yoda, ha tre settimane, pelo rosso carota con due enormi occhi che lo fanno sembrare E.T con la congiuntivite. Ha vissuto nella spazzatura per 21 giorni, letteralmente immerso negli avanzi per cui non profuma di violette. Non che un gatto debba profumar di fiori ma questo, decisamente puzza. 
Poveretto, prima o poi gli passerà anche perché Polpetta le sta provando tutte. E’ partita dallo strofinargli il pelo con acqua calda e lieve dose di sapone, come ha suggerito il veterinario, poi ha provato con l’acqua di rose che mia madre ahimè ha dimenticato qui la scorsa visita, ma stamattina è passata ai metodi drastici. Lo ha cosparso di balsamo ma mica uno normale, no quello per afroricci in grado di asfaltare un sentiero impreciso di montagna. Vi prego di non denunciarci alla protezione animali. Sto facendo del mio meglio per riportare il malcapitato alla normalità.
Comunque non puzza più!
Tornando all'oriente termineremo qui l’anno scolastico e poi seguiremo la freccia che indica Europa. La prossima casella sarà nel vecchio continente. E così proveremo la nostalgia per la Cina, non vedo l’ora. Di tutto, di tornare e di provare desiderio del raviolo cinese.
Come sempre si tratta di trovare l’equilibrio. Pe ora mi esercito tra la madre isterica e quella perfetta, la moglie trolley e quella imprenditrice (sì, già sogno il momento in cui Dementi e Portenti diventerà una rivista cartacea)la padrona di due gatti, una pigra a tal punto da sembrare imbalsamata sul bracciolo della poltrona, l’altro uno psicopatico che si aggira perennemente in cerca di qualcosa da sbrandellare. Dopo petaloso mi concedo anche io un vezzo linguistico, chissà mai che qualche intellettuale accademico della Crusca si accorga di me.
Comunque se non fosse per quelle enormi orecchie ridicole gli riempirei il sedere di pacche sedative al felino. Ma fa troppo ridere e non riesco neppure  a prenderlo sul serio.
Davvero un gatto alluCINAto!



p.s. Vi aspetto di la... www.dementieportenti.wordpress.com 
(manca ancora qualcuno...in carrozza amici, si parte!)

martedì 22 marzo 2016

Pesce d'aprile (un po' in ritardo, va beh....!)

A volte le rime non vengono proprio. Per quanto ti metti e spremi le meningi non escono punto e basta! Ecco, lo stesso e' avvenuto con la tanto agognata meta  turistica compressa tra il deserto ed il golfo persico. Parlo di Dubai ovviamente. Se volessi usare un paio di detti popolari o eufemismi o metafore  potrei dirvi : non tutte le ciambelle escono col buco, il matrimonio non sa da fare, che c'azzecca? 
Dunque a Dubai moglie e figli non andranno, almeno per il prossimo anno. Troppi problemi nel trovare una scuola che accetti di far finire l 'ultimo anno dell'adolescente anziano, non parliamo della casa, un inferno. A Dubai ci vai solo se hai un figlio o due oppure se sei Marchionne. No Way per i Goia. Così   Abbiamo deciso che nel frattempo Marito il primo aprile prendera' servizio li' dà solo,  speriamo non moglie! 
In realtà, per sdrammatizzare, un'amica mi diceva : ma pensa che bello vivere in un harem, lo stiro e le pulizie ti toccano una volta alla settimana, e se sei fortunata magari ti capita pure la mogliastra (non so come si chiama) che ha la sindrome di Cenerentola e ramazza, strofina e riordina come una forsennata! 
Ho delle perplessità, affidarmi alla sorte non mi piace e poi per quanto ami le mie amiche sono di gusti tradizionali! Neppure con loro condividerei così tanto, figuriamoci con delle sconosciute. Lo scrivo così lo legge pure lui. Verba volant, scripta manent e Mulier una! Forse si dice uxor, non ricordo più bene ma non ho il tempo di controllare perché tra poco se non publico brucerò il polpettone  e siccome in questo mese ho già bruciato i ceci mi son giocata ormai il jolly della pizzeria. 
A Marito tocchera' viaggiare una volta al mese e farà  ritorno in quel di Shanghai per controllare che la moglie non abbia eliminato qualcuno dei figli, dunque viaggerà spesso. Più spesso di quanto crede. Se io per sdrammatizzare amo dire che ho sposato il modello base lui dice che ha sposato il modello senza istruzioni.  In effetti sono una moglie umorale, mi piacerebbe dire eclettica ma sembra un po' esagerato, comunque  a volte funziono a volte no anche se la presa e' inserita. Non l'ho mai nascosto però, e come avrei potuto d'altro canto? A me piace la trasparenza! 
Bene, tra le varie novità c'è anche da dire che da qualche tempo ho in cantiere un blog dedicato interamente all'adolescenza.  E siccome la Provvidenza non si fa mai tanto aspettare ho trovato qui a Shanghai un'amica fotografa, madre disperata come me di tre esemplari, con la quale realizzare il progetto: TAAA DAAAA...ecco a voi, come la sorpresa nell'uovo di Pasqua, il neonato: 

                            www.dementieportenti.wordpress.com

P.s. Ci vediamo tutti lì  :-)))))))

Comunque secondo me Shanghai rima meglio con Hawaii, no?

martedì 16 febbraio 2016

La casalinga feroce (intermezzo allucinato in attesa di futura destinazione)

Ora lo so che sembrerebbe a prima vista inappropriato che sia io a dissertare su questo tema ma a volte l’apparenza inganna. Datemi tempo di spiegare, perché al momento ho accumulato ben tre anni di specializzazione in questo campo, quindi oltre ad aggiornare il curriculum mi permetto di esprimere la mia.
La casalinga feroce non sono io ma lo sono stata. Ora sono casalinga felice, a tratti in verità perché non è del tutto una scelta la mia quanto più una condizione dettata dalle circostanze.
Dicevamo, la casalinga feroce è una specie umana recente che si è andata creando in questo ultimo secolo. Un mestiere nuovo che richiede capacità di gestione pari a quelle di Emma Marcegaglia, la creatività di Steve Jobs e la spietatezza di Marchionne.
Il termine feroce non è esagerato perché, se difettasse anche solo un po' nella competenza delle tecniche di sopravvivenza, la poveretta soccomberebbe col collo spezzato sotto la caduta del cumulo di panni impilati sulla poltrona del salotto. Sì, perché  mentre la sera, per distrarsi dalla giornata lavorativa, cerca di correggere i compiti della prole, la casalinga depone l’assetto da guerra rilassandosi perfino seduta 5 minuti su una poltrona. Alternativa a tale morte sarebbe lasciar la vita terrena mentre con una mano insapona la bambina nelle vasca da bagno e con altra si rade le ascelle col silkepil(dimenticandosi che se il famigerato attrezzo cadesse nel lavabo sottostante provocherebbe una scossa fulminea e letale).
Si potrebbe poi anche  accennare alle possibili cadute fatali dalle scale perché a volte la casalinga feroce è chiamata a cambiare la lampadina dell’ingresso che il marito si ostina a dimenticare mentre lei chissà perché ha il pensiero fisso come un'autistica e siccome ha già ai piedi scarpe coi tacchi per andare in ufficio diciamo che si mette in situazione rischiosa da sé.
Ecco questo è il punto, il cuore del problema che affligge questa specie: la moderna casalinga svolge sempre due lavori. Non si accontenta di farne uno, più che egocentrica è una donna che ha un forte disturbo dell’attenzione. E’ ipercinetica per dovere ed è feroce  per definizione  una che occupa due posti, altrimenti sarebbe una casalinga felice. No lei non può scegliere soprattutto quando ha prole e marito, fatto piuttosto comune.

domenica 17 gennaio 2016

Shanghai fa rima con...??? NO, purtroppo non è HAWAI la risposta)!

A gran richiesta...eccomi qui again! 
Va beh, la gentil domanda di farmi viva con un segnale di fumo è partita in verità solo da un paio di amiche ma pare inutile soffermarsi su sottigliezze di calcolo, no?  Che poi a me i numeri non hanno mai  toccata nel profondo. Non sto qui a raccontarvi del patrimonio monetario dilapidato ai miei genitori in ripetizioni di matematica. Diciamo che siccome son amiche con la A maiuscola, meglio ancora anime sorelle...non si può far finta di nulla dai!
In verità e' bene metter nero su bianco i trascorsi anche perché il blog servirà in futuro ai miei figli in primis. È così che l'ho partorito, poi ho pensato che magari aprendo un tantino la finestra agli amici qualcuno potesse anche farsi due risate, Rifelssioni no, sarebbe troppo ma una piccola scintilla di qualche madre pasionaria di temi educativi l'ho accesa anche io. 
Servirà, dicevo, alla triade che occupa disordinatamente la mia dimora  per ricordare ciò che hanno attraversato in questi anni, traghettati all'altro mondo insieme a due condottieri che in verità, pur cercando di tener ferma la rotta, navigano un po' a vista. 
Bene di cose ne sono successe davvero mille come in ogni famiglia che si rispetti ma la novità delle novità e' che : 

1. Edo  si è fidanzato (contro il volere di mamma che tanto non conta niente a questa età). Non posso dare dettagli sulla filip/danese (ops e' scappato) se no mi spiaccica come una cacca (espressione coniata da Maria quando è inferocita)  e considerato quanto è cresciuto negli ultimi mesi ora temo lo potrebbe fare per davvero, anche se dei tre e' sempre quello più in cerca di coccole materne. Si sa però che quando i figli attraversano la malattia adolescenziale non sono più in se' quindi faccio attenzione e la pianto qui...anche se vorrei ben andar oltre sul fatto che non mi pare una spilungona, veste troppo scollato, dorme troppo poco (lo so perché fa Skype con mio figlio)...Zitta!

2. Abbiamo  combattuto una efferata battaglia di un mese contro gli enormi scarafaggi volanti cinesi (ora vinta amici miei potete venire a trovarci, yes!). Non vi dico quanti Flit ed affini  ho acquistato, diciamo che un piccolo contributo ad allargare il buco dell'ozono purtroppo l'ho  dato anch'io stavolta.

3. Sono andata al salone del libro per l'infanzia struggendomi d'amore per  le illustrazioni delle copertine di alcuni testi che in genere sono opere d'arte incomprese. Soprattutto ai miei figli che continuano a guardarmi con la  tenerezza riservata ai malati d'alzaimer perché sono un'amate di volumi cartacei, a dir loro, senza speranza (si riferiscono ai libri ed a me indistintamente).

 4. Ho organizzato uno sleep over (pigiama party) per cinque bambine settenni amiche di Polpetta con le loro "maledette". American dolls  (che costano 200 euro ed al confronto di qualunque italian doll, vedi la nostra cara Agata, ovvero Cicciobello travestito da femmina,  fanno "cagare") con tanto di pizza session, lettura animata e colazione a sei portate (ok una era la pizza reciclata della sera prima ma si sa agli stranieri piace pensare che noi italiani mangiamo pizza ad ogni pie' sospinto e allora tie'...accontentate!) . Ma quanto mangiano ste bambine?????

5. Acciuga ha finalmente un branco di amici. Lo chiamo così perché è un bel gruppone che si sposta in massa, quasi prevalentemente costituito d maschi con lunghe leve al posto di gambe coperte di una lieve peluria scura. A questo si accompagna in genere un paio di peli radi, non ancora baffi, ai lati delle narici, qualche raro apparecchio ai denti,  sempre più sporadico vista l'età ormai puberale per cui ogni cosa e' una figura di cacca. Braccia penzolanti al termine delle quali sta perennemente agganciato un telefono, e ascelle che producono un olezzo pari a un minestrone stantio dimenticato da mesi nel frigo. Sarà che a me zuppe e brodi non stan simpatici. 
Il branco si muove per Shanghai in metropolitana sfoggiando un senso dell'orientamento che mi sbalordisce ogni volta. Comunque la sera Acciuga torna a casa sempre in tempo per fare i compiti, cenare, condividere la sua giornata in due parole se richiesto dai parents e schiantarsi sul divano coi fratelli litigando per accaparrarsi la parte più comoda, dove si possono allungare le gambe. Inutile dire che la piccola peste, non si sa come, di solito è prevaricante. Sarà che è femmina?

Ok tutte cosette fino ad ora...la grande novità e' che ci spostano a Dubai. Io avevo detto Europa, se non proprio Milano ero pronta per la Svizzera toh ma la città del bengodi no, non me l'ero neppure lontanamente immaginata...
Che shock! Quando la cosa si è fatta seria ho perfino dovuto andare a cercarmela sul planetario! E tutti a dire "ma daiiii non sei contentaaaa????" 
Mah che vi devo dire ? Sono perplessa, shakerata, un po' come la goccia d'olio che si butta nella pasta per non farla incollare. Galleggio diciamo, sto sospesa e guardo dall'alto. Nel frattempo alterno azioni sensate ad ore trascorse a guardar nel vuoto:  preparo i documenti per le scuole, raddrizzo i quadri che Marito ha appeso un anno fa mettendo chiodi talmente storti da sfidare la forza di gravità, scrivo mail al parroco di Dubai (giuro l'ho fatto per davvero), allineo le scarpe nella scarpiera cercando perfino di accoppiarle, ho perfino comprato un dizionario di arabo! 
Eh no, questa volta mi sa che un'altra fatica linguistica non ce la faccio ad affrontarla, e poi hanno detto massimo due anni e poi back To Europe!!!! Lo scrivo a chiare lettere. Chissà mai che il capo di Ale non legga il mio blog 😄
Per il momento inizio a collezionare i commenti a caldo di parenti, amici conoscenti, vicini di casa ...ve li butto lì. Fatevi due risate! 

Ma dovrete passare sopra la Siria per andare a Dubai? (Beh, spero che l'Alitalia ci risparmi questa suspance mentre siamo a gambe all'aria pagando sonori soldi e pregando i santi più cari. La mia paura dell'aereo non terminerà mai)

Mi hanno detto che non potrai uscire da sola di giorno. (Invece di notte si? Nel caso cambierò abitudini, peccato non potrò più uscire in pigiama però, quello è ammesso solo in Cina...)

Se ti beccano tradire tuo marito ti lapidano lo sai? (Non ci avevo pensato...Come saggiamente dice una mia cara amica "dopo anni di addestramento non ci penso neppure ad iniziare il training per un altro dello stesso genere. Sposo questa tesi.)

Durante il Ramadan non puoi mangiare neanche in casa tua (sarà la volta che perdo sti benedetti chili di troppo! Yeah )

Scherzi a parte, da settembre prossimo iniziate a guardare il costo dei voli. Apriamo le prenotazioni!


mercoledì 7 ottobre 2015

Sri Lanka Mon Amour

Come sempre non sarei partita, neppure questa volta. Neppure se la meta era lo Sri Lanka. 
Odio fare le valige, soprattutto se devo ridurre la scelta a quanto sta pigiato in un trolley, affidarmi ad un pilota che intravedo mentre si imbarca di sfuggita cinque minuti prima di esser trasportata a gambe all'aria, mangiare il cibo dell'aereo che se va bene sa di plastica fusa, arrivare in un paese accolta da una pioggia che in cinque secondi  marcisce le uniche scarpe che ho portato. Non sono un genio nel prepara i bagagli!
Lo so bene che sputare sulla possibilità di fare una vacanza e' indecente ma non posso descrivere ciò che per me non è, almeno dal  punto di vita emotivo.
Posso però dire che a parte le fatiche caratteriali lo Sri Lanka poco alla volta mi ha conquistato. E lo ha fatto soprattutto tramite le persone che ho incontrato. 
Sarei rimasta ore a parlare con la signora in spiaggia che cuce copriletti di seta che non servono a nulla se non a farti sospirare per tanta bellezza. Messi sul letto infatti scivolano da tutte le parti ma pazineza! Ovviamente  ne ho acquistati un paio che userò  come regali di Natale o come ho detto a Marito come corredo per Maria. Non avevo altre scuse e mi pento di non averne comprati una montagna per tutti i figli dei nostri amici. Dispiaciuti eh? Motivo per tornare in Sei Lanka!
Anche con il ragazzo che assomigliava sputato a Tarzan e portava la sua barca sul fiume nel safari come se fosse la cosa più naturale del mondo per veder i coccodrilli avrei voluto chiacchierare fino a sera invece di poter solo scorgere nei suoi occhi pezzetti di quella vita così selvaggia. Mannaggia a non saper il cingalese! Sicuramente  lui vedeva senza sbagliare nei miei il terrore di finire giù dalla sua leggerissima canoa che poi è un attimo e zac...sei finito. Questi erano i miei pensieri mentre scivolavamo in mezzo a cotanta natura. Pensieri di terrore perché mentre ci indicava i piccoli alligatori appena nati io mica mi intenerivo. Pensavo infatti ai loro genitori, dove si nascondevano? Saranno  mica stati tutti orfani no? E i miei figli giù a ridere come matti dei miei pensieri mortiferi...
Mi porto dentro lo sguardo ancora di pena, nonostante siano passati più di dieci anni, e le parole di riconoscenza per gli aiuti ricevuti, dell'amico locale che ci ha raccontato lo tsunami portandoci a pregare un attimo al memoriale costruito nel punto in cui il mare ha travolto sessantamila persone.
Di questo popolo mi è rimasta dentro la meraviglia del sorriso sincero e contento di incontrare lo straniero, di conoscere un pezzetto di mondo attraverso i nostri racconti, l'ammirazione per quella camminata lenta e sensuale che li contraddistingue, perché nessuno li e' malato di stress e non c'è bisogno di correre e l'autostrada che è una sola la percorriamo solo noi viaggiatori perché loro si spostano con calma perché il paesaggio e' più bello. Il colore della pelle e dei capelli così neri che di notte, sotto la luce della luna, sembrano striati di  blu come le code dei pavoni che numerosissimi abitano il paese.  L'odore di cannella e cardamomo che esce dalle pentole di improvvisate cucine nei villaggi costruiti lungo le rotaie del treno. Il rapporto giocoso che hanno con le onde dell'ocean che seppure li abbia traditi mortalmente offre a tante semplici famiglie la possibilità di correre coi loro figli  sulla spiaggia a non farsi prendere.
Il resto, gli elefanti, i templi le scimmie, più numerose di quanto potessi immaginare, il cocco le  città coloniali e le spiagge si possono facilmente immaginare e leggere sulle guide. 
Mi rimane infine un senso di profonda gratitudine perché il viaggio mi ha permesso di confrontarmi con la dimensione del coraggio, che è innata, e di cui sono poco provvista per natura, ma anche con la dimensione della socialità che invece mi appartiene e mi ricolma ogni volta che torno da un luogo di ricordi capaci di modificare la mente. 
Dovrei ricordarmene quando faccio le bizze per non partire! 

venerdì 18 settembre 2015

Espreso con late?

Eppure non dovrei più stupirmi. Non dico di nulla ma di certo non di una zampa di gallina posata accanto al  caffè. Eppure accade ancora. Mi chiedo fino a quando l'asiatico mondo, cinese nello specifico, perché se accorpassi i singaporegni o gli honkonghesi sarebbe un errore madornale, continuerà a provocare nel mio cervello quel provvisorio stato di disorientamento che si fionda dritto negli gli occhi provocando uno spalancancamento degno di quelli di ET.
Eppure stamattina e' accaduto di nuovo. Ero al supermercato, felice e abbastanza in equilibrio da spingere il carrello seguendo una meta precisa e non vagabondando come una paziente di un reparto psichiatrico (ogni tanto accade lo ammetto) quando ho avuto il desiderio di prendere un caffè. 
Mi sono ricordata che pochi giorni prima, per puro caso,  avevo scoperto che nel "ristorantino" del piano di sopra, in un infinmo angolino, si nascondeva una signorinetta in grado di preparare un caffè capace di teletraspore la mia persona in Italia per qualche nano secondo.
Certo sto esagerando perché nell'infimo angolino di cui sopra le narici non si riempiono affatto di quegli effluvi zuccherosi provenienti da croissant tiepidi, ne' le orecchie si possono beare del tipico ticchettio dei cucchiaini da caffè che noi italici sappiamo far danzare nella tazzine di ceramica come dei coreografi. 
Comunque chiudendo gli occhi ben bene il gusto del contenuto nel bicchiere di plastica e' abbastanza simile per cui anche solo per un breve minuto d'illisione ho deciso di lasciare a metà la spesa e avventurarmi nell'infimo angolino. 
Ho attraversato i tavolini del ristorante già operativo nel servire verdure saltate alle 10,30 di mattina e ho cercato la signorinetta. Grazie al cielo era lì alla cassa che mi sorrideva. 
"Espreso con late?" Fa con un accento degno di quello mio nella sua lingua  per cui mi sento autorizzata a proseguire nei miei strafalcioni cinesi.
"Si poco poco grazie" (che qui te ne mettono sempre un litro).
"Oggi abbiamo le zampe di gallina se vuoi"
"No grazie prendo il caffè va benissimo. Avete i cucchiaini?"
Non risponde...ma riprende:
"Ma le zampe sono fresche"
"Eh si ci credo solo che con il caffè...?"
"Costano poco sai?"
"Le ha lavate mia sorella in cucina"
(Ah beh, una garanzia penso!)
"Va bene allora oggi te le regalo io" sorride tutta contenta mentre posa le zampe alla destra della tazzina. 
Che dire ...le uso come cucchiaino?


domenica 13 settembre 2015

Happy Wife Happy Life! A volte....

Non è che mi piaccia rendermi ridicola, affatto. Ma siccome ho deciso di raccontantare un po' di  Cina attraverso le esperienze che vivo quotidianamente nel paese dei noodles anche questa volta mi devo esporre al ludibrio. 
Bene, o meglio male. Stavo infatti di nuovo un po' maluccio col dolore alla testa da qualche tempo, che per di più dopo le vacanze si è presentato in compagina di un' altra poco simpatica compagna. La fascite plantare! Si concordo, il nome e' curioso e secondo Marito mi piace soffrire di malattie originali a volte incurabili. Sorvoliamo...
Con ben due validi motivi per richiedere  l'intervento dell'assicurazione sanitaria stavolta mi sentivo degna di esser presa in carica. Peccato che a me piaccia soprattutto la medicina alternativa e questo non sposi la policy dell'assicurazione sottoscritta  dalla nuova svizzer azienda per cui Marito lavora. 
Ma tant'è "Happy Wife Happy Life" quindi il coniuge non ha ribattuto più di tanto sul fatto che anche stavolta la dovremo pagare di tasca nostra la terapia.
Non è colpa mia se gli svizzeri stentano a creder che due aghi ben messi tra le caviglie ed uno in mezzo alla fronte ti faccian scender la febbre in men che non si dica o che l'intruglio di funghi neri macerati possa far passare le paturnie anche alla moglie più inferocita del pianeta. Non è' il mio caso, non ancora almeno!
Ora,  uno che legge questo blog da un po' di tempo tenderebbe a pensare che mi sia rivolta al dottor Kim o alla dottoressa Zhong di cui ho tessuto le lodi più volte in passato ma non è così. Non che me la sia andata a cercare stavolta ma l'occasione di provare l'ennesimo nuovo medico tradizionale cinese  mi è proprio caduta nel piatto. 
Stavo infatti parlando dei miei nuovi e vecchi dolori con l'amica vicina di casa giapponese quando guarda caso questa mi dice che il suo german marito aveva appena trovato il sancta sanctorum dei guaritori. Vuoi non provarlo e rischiare di offendere il suggerimento del tedesco? 
Neanche a pensarci che mi trovo già al telefono a prenotare la visita da medico/guru tale dottor Xia'.
La famiglia e' un po' perplessa all'idea che la mamma riprenda magari a bere le schifezze puzzolenti e ad assentarsi per la cura ma il fatto che l'ospedale si trovi a pochi minuti da casa gioca un ruolo decisivo,  e le distanze non son bazzecole qui a Shanghai, qualunque spostamento si organizzi di effettuare.
Così sabato mattina mi trovo puntuale per il mio trattamento nell'ingresso super bianco marmorizzato dell'ospedale vicino casa. Ad accogliere i pazienti all'ingresso dell'imponente struttura un bancone in radica dietro cui recitano tre simpatiche signorine vestite da infermiere. Che poi lo siano per davvero infermiere sarebbe da verificare ma diciamo che se l'abito fa il monaco loro sono entrate nella parte pur facendo le receptionist.
E qui inizia l'esperienza a tratti alluCINAnte a tratti surreale che non potevo non condividere. La prima si alza e mi sorride, la seconda mi dice benvenuta e la terza mi dice di andare al secondo piano. Ora che in Cina siano in tanti e che tutti abbiano diritto ad uno straccio di lavoro mi era chiaro ma le tre Qui Quo Qua al femminile sono un tantino eccedenti il fabbisogno di qualunque paziente.
Le ringrazio non sapendo bene chi guardare negli occhi ma aggiungo che io devo andare al terzo piano. E mentre mostro il cellulare col messaggio del medico che dice chiaramente "3rd floor " le tre signorine in un improbabile rosa divisa mi attorniano gentilmente prendendomi il telefono dalle mani e iniziando una conversazione tra loro che le vedrà occupate per circa una ventina di minuti  al termine della quale compare dal nulla una quarta figura che conclude "grazie signora allora vada pure al secondo piano, abbiamo l'ascensore". 
A quel punto provo a ripetere il cognome del medico con un lieve accento diverso, non che sia possibile un  gran margine di errore se devi pronunciare una nome di tre lettere ma non si sa mai, tentare non nuoce. Nulla, la mia pronuncia non sortisce nuovi effetti, il volto delle tre rimane  impassibile, come paralizzato in una smorfia ebetemente sorridente.
Ora vorrei dire, che l'ascensore lo abbiate lo intuivo, e' enorme, fatto di specchi ed anzi ne avete ben due vedo  a circa un metro da me, grazie! Io so che devo andare al terzo piano perché me lo ha scritto il dottore in persona vorrei urlare ma siccome non ho intenzione di star qui fino a lunedì che poi inizia la scuola e devo prepar la colazione ai miei tre figli che al mattino si svegliano ogni giorno come  se fossero usciti dal letargo e non so perché ma mangiano come dei dannati, sorrido, gentilmente  mi riapproprio del mio telefono e decisa salgo. Ormai non sono più una novizia di questo paese penso tra me e me, so come ci si comporta, bisogna avere spirito di decisione se non si vuol perder tempo in lungaggini inutili.
Faccio come voglio io e vado al terzo piano, sia chiaro. 
Le porte dell'ascensore si aprono su un altro mega ingresso che si affaccia su un lunghissimo corridoio  buio. Nessuna indicazione o traccia di esser umano nei paraggi. Un po' in ansia e percorro il corridoio sino a quando una fioca luce appare, e' lo studio del dottor/guru Xia'!
Sospiro di sollievo ma per pochi minuti. Compare da sotto la scrivania la segretaria, parla solo cinese. Stava dormendo? Mah...di solito si ripiegano sul tavolo  ma magari questa ha abitini diverse, vallo a sapere. Fa una certo numero di telefonate un po' trafelata e poi compaiono incolonnati  il dottore con un'altra infermiera che avanzando con passetti piccolissimi come se fosse una geisha lo segue. La faccia del guru e' simpatica, bene. Io parlo in inglese più due parole di cinese e lui mi risponde in inglese. La segreteria traduce il mio inglese al dottore. La scena e' strana. Avete capito bene, lui l'inglese lo sa. Quello che non è chiaro e' come sappia rispondere ma non comprendere...Dal momento che mi si rivolge in inglese dovrebbe capire penso...ma anche questo fa parte del pacchetto Cina. La segretaria, sta poveretta dovrà lavor pure lei no?
Inizio con raccontare del piede, della terribile fascite che da marzo scorso mi tormenta ma subito lui mi ferma. Non la cura. L'infermiera ripete il concetto da lui perfettamente espresso con un inglese più scarso. Sia mai che la licenzino per inefficienza. 
Che delusione, eppure avevo letto che per la fascite plantare l'agopuntura poteva essere risolutiva. Va beh, negli anni  ho imparato la lezione mai cercar di far cambiare idea ad un cinese durante la stessa conversazione, impossibile. Magari torno la prossima settimana mi metterà  gli aghi e voila' sarò guarita. Oggi si vede che di piedi non ne vuol sentir parlare. Non gli va! E dire che avrei pure lo smalto!
Ok allora passo al secondo argomento: la cervicale. Si illumina, e alzandosi con impeto inizia ad arrotolorsi le maniche del camice che rivelano al fondo due manine pallide e minuscole. Sottodimensionate. La mia concentrazione e' svanita, rapita dal particolare di quelle due manine che mi sembrano quelle dei miei figli in adolescenza.
In breve senza neppur accorgermi mi trovo stesa prona con la faccia conficcata nel buco del lettino medico. Le buffe manine ahimè si rivelano tenaglie. Partendo dal palmo della  mia mano stesa inerme risalgono per tutto il braccio provocandomi con la digito pressione una serie di scariche elettriche, lievi non dolorose ma strane, mai provato prima questa sensazione di vibrazione interna che si collega alla testa. 
Arrivate al collo le manine si arrotolano su loro stesse a mo di pugno e pian piano ma neppure pianissimo salgono fino alle testa e lievemente mi colpiscono. Sto pagando il guru perché mi picchi arruffandomi i capelli? Sono certa che Marito mi dirà che lo farebbe lui volentieri gratis!
Non posso dire di averle prese no, sarebbe eccessivo però è stata un'esperienza surreale. Le nocche premevano il cranio  e poi lo lasciavano improvvisamente. La percezione del sangue che fluiva nella testa diventava sempre più visibile. Davvero strano, non saprei che altro aggettivo usare. Chi soffre di mal di testa sa che premendo le tempie si prova talvolta un senso di sollievo. Ecco era un po' così ma faceva anche un po' male e poi bene di nuovo.
Mezzo stordita dall'imprevedibile trattamento al limite del sadismo ma ancora capace di parlare pongo al guru una domanda che a ripensarci ha a dir poco del ridicolo. Si vedranno i lividi? 
E lui in tutta naturalezza ma continuando il leggero martellamento sul mio scalpo risponde "sotto i capelli no". Ah beh è già qualcosa. Va avanti così per mezz'ora abbondante, ma dove trova tutta sta forza sto ometto no lo capisco.
Prima di lasciarmi in pace a riposare qualche minuto sotto una coperta il dottor Xia' compie un gesto a metà tra il tenero e l'imbarazzante. Mi sistema i capelli con la delicatezza che si usa con i bambini piccoli e poi scompare. 
La segretaria mi dice che lo rivedrò sabato prossimo. Beh ci devo pensare diciamo. Devo capire come va la settimana col mal di testa e metabolizzare l'esperienza ancora un po', condividerla con gli amici e riderci sopra. 
Nel frattempo mi conduce verso l'ascensore e la vedo premere decisa il tasto del secondo piano. Le faccio presente che mio marito mi aspetta al piano terra (che qui si chiama primo piano) ma lei imperterrita nel suo sorriso mi dice che il secondo piano va bene per me. Stavolta mi arrendo, andiamo a sto benedetto secondo piano e facciamola finita.
Bene le porte si aprono e scopro che li c'è il centro nevralgico dell'ospedale, tutto un pullulare di pazienti ed infermiere accoppiati uno ad uno. A quel punto mi spiegano che normalmete prima si sale al secondo piano poi si compila il questionario, si paga e solo quando viene assegnata un infermiera inglese parlante si può andare dai medici con l'ascensore apposito che non è affatto quello che ho preso io prima finendo dalla parte opposta dei reparti.
E che cavolo, potevano almeno dirmelo le tre bertucce della reception no?